domenica 26 aprile 2020

Pasta al Forno con Besciamella Light

La Pasta al Forno, in tutte le sue molteplici varianti regionali, é il punto di forza di tutta Italia, protagonista indiscussa delle occasioni conviviali, piena di signaficato, estremamente versatile e tutt’altro che passata di moda!
Sempre al passo con i tempi che cambiano, le ricette la reinterpretano in continuazione per venire incontro alle nuove esigenze di gusto, leggerezza, praticità.
Quello che non cambia, invece, è il valore emotivo e identitario che la Pasta al Forno incarna, non solo in qualità di piatto delle feste, ma perché racconta al meglio la versatilità della pasta e la sua anima conviviale, gustosa e accogliente.(cit. Riccardo Felicetti).

Nata come piatto antispreco, è un'ottima soluzione per le casalinghe per riutillizare avanzi o prodotti in scadenza, o semplicemente come svuotafrigo.

La pasta al forno che vi propongo io oggi è molto semplice da fare e in versione light.


INGREDIENTI
minestra asciutta o pasta avanzata dal giorno prima
ragù
besciamella light
parmigiano reggiano

Distribuite un velo di besciamella sul fondo di una pirofila e create un primo strato di pasta. Aggiungete sopra uno strato ti ragù, poi un altro di pasta, poi uno di besciamella.
Continuate così, con strati di pasta/ragù/pasta/besciamella, finché non finisce la pasta.
Sull'ultimo strato aggiungete ragù e besciamella insieme e abbondate con Parmigiano Reggiano.

Mettete quindi nel forno a 180° e lasciate cuore finché non si crea una patina dorata sopra.

La pasta al forno, se avanza, può essere congelata in frigorifero in contenitore ermeticamente chiuso per al massimo 2 giorni.
Se per la preparazione sono stati utilizzati ingredienti freschi, la pasta al forno può essere congelata, intera o porzionata, sia da cruda che da cotta. Per la successiva consumazione, è consigliato il completo scongelamento prima di proseguire con la cottura in forno.

Suggerimenti
Vengono amici a cena ma non avete il tempo di prepare la pasta al forno al momento?
Potete prepararla anche in anticipo e passarla al forno poco prima di essere servita.
Per velocizzare la preparazione, è possibile preparare il sugo di polpettine anche il giorno prima.
Più pratica di così!

La ricetta è finita spero che sia stato di vostro gradimento 
e ricordate di commentare se vi è piaciuta o per suggerimenti, 
e sopratutto ricordiamo che...
La  vita iniziò con un peccato di gola

Grazie


giovedì 23 aprile 2020

Sovvracosce di Pollo in padella con Chips

Si pensa che la cottura migliore per le Sovracosce di Pollo sia quella al forno e magari con due patate di contorno.
Sicuramente la cottura in forno è sempre più sana, ma oggi voglio mostrarvi una alternativa in padella: più veloce e gustosa, senza rinunciare alle patate ma in versione chips.


INGREDIENTI
sovvracosce di pollo
vino bianco a tempeatura ambiente
succo di limone
aglio
rosmarino
patate (rosse meglio)
olio di arachidi (o per frittur)
olio EVO
sale

In una padella capiente rosolate l'aglio con rosmarino e due cucchiai di olio EVO.
Continuate la cottura finchè l'olio non si aromatizza, dopodiché eliminate aglio e rosmarino, e adagiatevi le sovraccosce di pollo.
Quando entrambe i lati son ben rosolati, salate e sfumate con vino bianco e succo di limone, e portare a termine la cottura.

Nel frattemo lavate le patate e, senza sbucciarle, tagliatele con una mandolina o una grattugia a fette sottili.
Sciaquate le patate con un getto d'acqua e asciugate le fettine con un pezzo di carta assorbente.
Scaldate l'olio di arachidi e immergete le patate un po' alla volta, girandole di tanto in tanto così che non si brucino. Lasciarle friggere finché non appaiono dorate.
Una volta pronte, recuperate le Chips con una schiumarola e appoggiatele su un altro pezzo di carta assorbente per eliminare l'olio in eccesso, quindi salatele.

Potete ora unire il Pollo e le chips in un piatto e servirlo!


La ricetta è finita, spero sia stata di vostro gradimento
e ricordate di commentare se vi è piaciuta o per suggerimenti,
e sopratutto ricordiamo che... 

La  vita iniziò con un peccato di gola 
Grazie

sabato 18 aprile 2020

Pizza

Se si dice Pizza si dice Napoli e, come ho detto altre volte, nonna è napoletana quindi si è ben adoperata nell'insegnarmi come si prepara la vera Pizza Margherita... ma devo confessare che, da nipote disgraziata quale sono, ho personalizzato la ricetta a mio gusto 😜
Però, prima di darvi la ricetta, vi racconto come è nata la Pizza.
Si narra che nel 1889 il cuoco Raffaele Esposito della pizzeria Brandi (pizzeria che esiste ancora oggi in via Chiaia e all’esterno della quale c’è una targa commemorativa che ne attesta la storicità) inventò una Pizza speciale in onore della Regina Margherita di Savoia.
Fino a quel momento con il termine "pizza" ci si riferiva in tutta Italia ad una sorta di torta dolce, mentre soltanto a Napoli era un impasto di farina, acqua e sale e condito col pomodoro.
In quella occasione Esposito ne preparò una nuova versione, utilizzando gli ingredienti che aveva a disposizione e che avevano gli stessi colori della bandiera italiana: pomodoro, basilico e mozzarella.
Altre fonti, però, raccontano che la Pizza Margherita sarebbe nata a Napoli ben prima, tra il 1796 e il 1810, perché il filologo Emanuele Rocco, all’interno del volume “Usi e costumi di Napoli e contorni descritti e dipinti” di Francesco De Bourcard, descrisse così i vari condimenti utilizzati per la pizza:
"Le pizze più ordinarie, dette coll’aglio e l’oglio, han per condimento l’olio, e sopra vi si sparge, oltre il sale, l’origano e spicchi d’aglio trinciati minutamente. Altre sono coperte di formaggio grattugiato e condite collo strutto, e allora vi si pone disopra qualche foglia di basilico. Alle prime spesso si aggiunge del pesce minuto; alle seconde delle sottili fette di mozzarella. Talora si fa uso di prosciutto affettato, di pomidoro (pomodoro), di arselle, ec. Talora ripiegando la pasta su se stessa se ne forma quel che chiamasi calzone"
La pizza napoletana si cuoce nel forno a legna e deve essere morbida ed elastica, deve avere un cornicione rialzato, gonfio e senza bruciature, e una forma tondeggiante.
Io preferisco una pizza più sottile e croccante e poi, non avendo un forno a legna a casa, mi sono inventata una cottura diversa.


INGREDIENTI
Versione Jessica
500gr farina 00 o per pizza
350ml acqua
20ml olio Evo
5gr lievito di birra
12gr sale fino

Versione Nonna 1,7-1,8Kg di farina tipo 00
1 litro di acqua
50gr sale
3gr lievito

Disponete la farina sulla spianatoia sulla quale verserete il lievito dopo averlo sciolto in acqua a temperatura ambiente. Aggiungete l'olio e il sale, e lavorate il tutto finché non ottenete un impasto morbido, omogeneo ed elastico.
Lasciate lievitare il prodotto ottenuto almeno 8 ore, coperto da un canapaccio.
Passato il tempo di lievitazione, dividete l'impasto in panetti da 200/250gr.
Prendetene uno, mettetelo su una teglia precedentemente oliata e stendetelo bene con le dita. Infine condite a vostro gusto.
Infornate la Pizza  a forno statico a 180/200 ° per 15/20 minuti, dopodichè finite la cottura usando una padella antiderende, facendo attenzione al trasferimento (dovete cercare di non fare cadere il condimento fuori dal bordo!). Lasciate cuocere il fondo della pizza per 10 minuti o finchè non inizia ad essere abbronzato.
Una volta fatto, potete servire la Pizza in un piatto.


La ricetta è finita, spero sia stata di vostro gradimento
e ricordate di commentare se vi è piaciuta o per suggerimenti, 
e sopratutto ricordiamo che...
La  vita iniziò con un peccato di gola

Grazie

giovedì 16 aprile 2020

Gnocchi con Gorgonzola e Noci

Prima di svelarvi i segreti della mia ricetta, voglio soffermarmi sulle origini del Gorgonzola.
La storia del gorgonzola è un altro bel racconto d'amore che si perde nella notte dei tempi.
Già nel IX secolo Carlo Magno ebbe modo di gustare un formaggio dal sapore intenso e dalle caratteristiche venature verdi, ma la storia più bella, secondo la leggenda più accreditata, risale all'879 d.C. quando, alla porte di Milano, un giovane casaro, per la fretta di correre dalla sua amata, si dimenticò la cagliata fresca appesa a sgrondare. Il giorno dopo si accorse dello sbaglio e, per non buttare via tutto il lavoro, aggiunse dell’altra cagliata fresca per rimediare. Trascorso il tempo della stagionatura, l'uomo si rese conto che il formaggio ottenuto, nonostante lo strano aspetto, aveva un sapore straordinario!
Anche la letteratura documenta come il Gorgonzola fosse conosciuto già da tempo in Italia ed in Europa. Manzoni ne “I Promessi Sposi” (quindi nel 1600) ci racconta di come Renzo, fuggendo per le campagne milanesi, giunse affamato in una locanda situata tra Milano e Gorgonzola dove gli venne offerto dello stracchino e del vino.
Il nome "Gorgonzola" sembra infatti derivare dall’omonima cittadina alle porte di Milano dove si fermavano una volta le mandrie in transito per far riposare le vacche. Da qui la denominazione “Stracchino di Gorgonzola”, perché prodotto con latte di vacche "stracche" (cioé stanche).
 

Ma torniamo alla ricetta...
Mamma mi insegnò che per 1000gr di patate bisogna aggiungere 300gr di farina 00.
Per fare gli gnocchi bisognerebbe usare patate giovani, ma in caso siano troppo vecchie si consiglia di aggiungere un uovo per legare meglio l'impasto.


INGREDIENTI
Per i gnocchi
1000gr di patate 
300gr di farina 00
15gr sale fino
1 uovo

Per il condimento
250gr di gorgonzola dolce
70ml di latte
50ml di panna
10 noci sbriciolate


Per preparare gli gnocchi lessate le patate in acqua salata. Dal momento in cui l’acqua sarà a bollore, contate circa 30-40 minuti, a seconda della loro grandezza, dopodiché fate la prova forchetta: se i denti della forchetta entreranno senza difficoltà nel mezzo, allora potrete scolarle.
Pelatele mentre sono ancora calde e, dopo
versato della farina sulla spianatoia, schiacciatecele sopra.
Aggiungete poi l’uovo leggermente battuto insieme a un pizzico di sale. Lavorate il tutto con le mani fino ad ottenere un impasto morbido ma compatto. Ricordate che se li lavorate troppo, gli gnocchi diventeranno duri durante la cottura, quindi limitatevi ad impastare il necessario.
Prelevate una parte di impasto e stendetelo con le punte delle dita per ottenere un bigolo (cioè un filone) spesso 2 centimetri: per farlo, aiutatevi infarinando la spianatoia di tanto in tanto.

Nel frattempo coprite l'impasto rimanente con un canovaccio per evitare che si secchi.
Poi tagliate il filone a tocchetti e, facendo una leggera pressione con il pollice, trascinateli sui denti di una forchetta così da dargli la tipica decorazione. Spolverateli con della farina di semola per evitare che si appiccichino.
Man mano che li preparate, sistemate
gli gnocchi su un vassoietto coperto da un canovaccio leggermente infarinato, ben distanziati l'uno dall'altro.
Lavorate nello stesso modo anche il resto dell'impasto. Se la quantità di gnocchi ottenuti é eccessiva per per i commensali che avete, potete conservare quelli di troppo in freezer.

Una volta finiti di prepararli, versate gli gnocchi in acqua bollente e salate. Non appena verranno a galla, sono cotti e quindi pronti per essere scolati e conditi (ricordatevi che non ci mettono molto a cuocere, giusto pochi minuti!).

Mentre portate a ebollizione l'acqua per cuocere gli gnocchi, preparate il condimento.
In una padella fate fondere a fuoco dolce
il gorgonzola tagliato grossolanamente dentro il latte e la panna. Aggiustate di sale e pepe se gradite.
Infine aggiungete le noci sbriciolate.

Versate quindi gli gnocchi scolati nella padella e fateli saltare insieme al condimento.


La ricetta è finita, spero sia stata di vostro gradimento
e ricordate di commentare se vi è piaciuta o per suggerimenti, 
e sopratutto ricordiamo che... 
La  vita iniziò con un peccato di gola

Grazie


domenica 12 aprile 2020

Nidi di Rondine con Ricotta e Spinacci

Una rondine non farà primavera, ma di sicuro i Nidi di Rondine romagnoli fanno tanto di pranzo ricco e in famiglia.
Una ricetta tipicamente romagnola, i Nidi di Rondine sono il primo piatto perfetto da servire nelle grandi occasioni.
Per tradizione vengono guarniti con prosciutto cotto e funghi, ma a casa mia li preperiamo con un ripieno di ricotta e spinaci, quindi vi apro le porte di casa e condivido con voi questo piatto gustoso e con l'occasione vi faccio anche tanti auguri di Buona Pasqua.


INGREDIENTI
1 rotolo di pasta sfoglia all'uovo
300g pinaci
200g ricotta
80g besciamella
1 spicchio di aglio
parmigiano
olio extravergine d'oliv
qb sale, pepe

Cominciate tagliando e pulendo gli spinaci, quindi cuoceteli in una pentola coperta con olio e uno spicchio d’aglio per qualche minuto. Una volta cotti, passateli al frullatore in modo da ottenerne una crema.
In una ciotola a parte mischiatela con la ricotta finché non diventa un composto omogeneo, aggiustando di sale e di pepe.

Stendete il rotolo di pasta sfoglia su della carta da forno.
Dividete la sfoglia in due parti e formate un primo strato di crema, aggiungendo del parmigiano grattugiato, poi ripetete l’operazione fino a esaurimento degli ingredienti.
Arrotolate la pasta su stessa in modo da ottenere un rollato, poi tagliatelo delle fette in modo da ottenere delle girelle e poggiatele in una teglia, adagiate su uno strato di besciamella; ricoprite con altra besciamella e del parmigiano, infornate per circa 25 minuti a circa 180 gradi e servite in tavola.


La ricetta è finita, spero sia stata di vostro gradimento
e ricordate di commentare se vi è piaciuta o per suggerimenti, 
e sopratutto ricordiamo che...
La  vita iniziò con un peccato di gola
 
Grazie

sabato 11 aprile 2020

Uovo di Pasqua ripieno di Crema Chantilly

Le origini dell’Uovo di Pasqua affondano le radici nel lontano passato.
Per gli Ebrei l’uovo è il simbolo della vita, ma anche della morte: la liberazione del popolo ebraico dall'Egitto è costata la vita a molti e la felicità non è mai assoluta per loro.
Molte festività pagane celebravano la rinascita della Natura con l'uovo, da esso appunto simboleggiata.
Nel mondo cristiano la tradizione dell'uovo di Pasqua è nata in seguito al divieto fatto della Chiesa, valido fino al XVII secolo, di consumare uova durante la Quaresima: dato che non è possibile impedire alle galline di deporle, i Cristiani le tenevano preziose fino a Pasqua.
Infine, fu Re Luigi XIV a rendere la decorazione dell’uovo di Pasqua un’istituzione: il suo popolo doveva portargli il più grande uovo deposto nel suo regno durante la Settimana Santa, dopodiché lui stesso il giono di Pasqua, circondato da grandi cesti, distribuiva personalmente uova dipinte con foglia d’oro ai suoi cortigiani. Nel 1700 commissionò al suo cioccolatiere David Chaillou delle uova di cioccolato da regalare al posto delle solite uova d'oro.
Queste tradizioni del passato sono riproposte ancora oggi ai bambini, che ricevono in dono uova o piccoli conigli di cioccolato.

Ma come possiamo riutilizzare e creare un dolce con le Uova di Pasqua che puntualmente ci avanzano in casa ogni anno? Ecco la mia ricetta!



INGREDIENTI
1 uovo pasqua
panna dolce da montare
fragole
pavesini/savoiardi
crema pasticcera 
alchermes 

Preparate la crema pasticcera come vi ho mostrato in un post precedente (https://passionidelcuorericette.blogspot.com/2018/04/crema-pasticerra.html), poi mettetela da parte per farla raffredare.

Montate ora la panna con frusta elettrica per 25 minuti, finché non sarà  bella solida.
Assicuratevi che la crema si sia raffreddata e unitela alla panna, mischiando il tutto. La vostra Crema Chantilly ora è pronta.
Dividete l'uovo a metà, aiutandovi con un coltello. Potete passare prima  la lama del coltello sul fuoco per aiutarvi nell apertura.
Una volta diviso, iniziate a mettere all'interno di ciascuna metà i savoiardi (o i pavesini) imbevuti nell'alchermes e fate un strato all'interno dell'uovo, poi spalmate uno starto di crema.
Procedete così finchè non le riempite.
L'ultimo strato decoratelo a fantasia, io suggerisco fragole e smarties.


La ricetta è finita, spero sia stata di vostro gradimento
 e ricordate di commentare se vi è piaciuta o per suggerimenti, 
e sopratutto ricordiamo che...
La  vita iniziò con un peccato di gola
 
Grazie

martedì 7 aprile 2020

Polpette di Ricotta e Tonno

Formaggio e pesce: missione impossibile? 
Per alcuni é un azzardo, per altri addirittura un'eresia. Eppure, a ben guardare, l'accostamento di pesce e latticini è tutt'altro che impossibile! Se ne trovano gustosi esempi sia nelle cucine regionali che sulle tavole dei grandi cuochi.  
"E' un po' un retaggio degli anni '60 quando si insisteva sulla purezza dei sapori e iniziava a nascere una tendenza verso un certo minimalismo in cucina" ipotizza Davide Scabin, del Combal.Zero di Rivoli "Ma è altrettanto vero che la presunta incompatibilità tra prodotti caseari e pesci è una paranoia tutta italiana, perchè in altri Paesi, specialmente nel nord Europa, è un binomio più usuale"Oggi vi mostro come la delicatezza della ricotta si abbina bene al sapone forte del tonno e creare delle gustose polpette .


INGREDIENTI (per 30 polpette) 
320gr di tonno in scatola
220gr di ricotta 
1 uovo
2 cucchiai di parmigiano grattugiato (o altro formaggio a piacere)
prezzemolo tritato
70gr di pan grattato 
50gr di pan grattato per impanare
3 pizzicotti di sale
pepe
olio per friggere

In una ciotola mettete il tonno (privato del suo liquido di conservazione), la ricotta, il prezzemolo tritato, il formaggio grattugiato, l'uovo, i 70gr pan grattato, i pizzicotti di sale e il pepe, e amalgamate bene il tutto.
Formate quindi delle pallette e passatele nel pan grattato.
Ora le vostre polpettine sono pronte da immergere nell'olio bollente e lasciarle soffrigere finchè non diventano dorate in entrambi le parti.
Terminata la cottura, appogiatele nella carta scottex per far assorbire l'olio in eccesso della frittura.

Suggerimenti
Per una cottura piu sana potete cuocere le vostre polpettine in forno. ma non diventeranno dorate.


La ricetta è finita, spero sia stata di vostro gradimento
e ricordate di commentare se vi è piaciuta o per suggerimenti, 
e sopratutto ricordiamo che...
La  vita iniziò con un peccato di gola
 
Grazie